giovedì 19 novembre 2020

Il silenzio e i tempi vuoti

 Vi capita mai in classe di fare una domanda di cui non ritorna nemmeno l'eco tanto è il silenzio che avvolge le menti degli studenti e delle studentesse?

Soprattutto in questi lunghi mesi di pandemia e insegnamento virtuale, le nostre lezioni su Zoom o Google Meet o Teams, o qualsiasi piattaforma stiano usando le vostre scuole, si trasformano spesso in situazioni più simili a una seduta spiritica che non a un'aula: "Julio, ci sei? Rispondimi... Julio...".

E niente, non ritorna manco un'eco lontana.

Ora, quando questo accade e sembra di aver lanciato una monetina nel pozzo stregato di cui mai toccherà il fondo, effettivamente ci si può abbattere.

Negli ultimi anni però ho imparato a rivalutare il silenzio come strategia didattica. Ne abbiamo sempre paura perché crediamo che gli studenti non stiano seguendo, non abbiano capito cosa sta succedendo o semplicemente usino il silenzio come forma di ribellione all'apprendimento. In realtà magari stanno solo pensando.

Insegnare negli Stati Uniti, dove tutto è misurato, calcolato, nel tempo, nello spazio e soprattutto nella produzione, crea dei mostri come lo speed writing, lo speed dating,  tutti concetti molto simili al fast-food: produciamo e consumiamo alla velocità della luce. Se parli veloce, sei intelligente.

E io invece in classe incito gli studenti a fare lo slow learning. Che bisogno c'è di avere fretta, di provare la nostra superiorità in termini di velocità? Meglio imparare a pensare.

Se quindi faccio una domanda agli studenti, cerco di non rielaborarla in mille maniere, parlando, parlando e non consentendo alla povera vittima del momento di pensare. Anzi, in classe si sa: se la Prof fa una domanda, puoi alzare la mano, ma mai dare la risposta se qualcuno sta cercando di reperire le informazioni o magari fare i collegamenti mentali necessari per una risposta che abbia senso.

Certo, se la pausa meditativa si fa troppo lunga e magari abbiamo il dubbio che non sia stata capita, allora va bene rielaborare la domanda, dare ulteriori informazioni, spiegare per aiutare la comprensione, ma dare la possibilità a tutti di avere un momento di lentezza nell'apprendimento aiuta a rivalutare l'atto della riflessione, a dare dignità al pensiero rispetto alla mera produzione linguistica.

I tempi "vuoti" di rumore, non vanno riempiti con un'azione del parlare solo per riempire il momento a scapito di una vera comunicazione. Vanno invece rivalutati come momenti in cui gli studenti costruiscono il loro significato per riuscire a esprimere quello che vogliono realmente.

Ogni situazione va contestualizzata, ma credo veramente che si debba creare uno spazio di lentezza nell'apprendimenti e nell'insegnamento, in cui ragazzi e ragazze sentano che il loro compito è creare significato e le loro idee sono importanti, anche quando arrivano dopo vari minuti di silenzio.



giovedì 12 novembre 2020

I social media: una finestra sugli errori

 Il dilemma di oggi è: completo la pagina su Facebook e la rendo finalmente attiva o copio il link al blog e rendo pubblici i miei pensieri didattici condividendoli con tutti?

Ho due blog, uno personale e questo che è, diciamo, pseudo professionale. Quello personale ha credo 7 follower e questo direi nessuno. Credo nella scrittura come spazio di riflessione e nella condivisione come momento di crescita individuale e collettivo, ma credo anche in una dignità minima da proteggere, quindi finora non ho fatto grande pubblicità. Anzi, diciamo che SbagliaSbaglia è proprio un po' come un diario segreto professionale.

Il dilemma è legato al fatto che esporre i propri pensieri porta inevitabilmente a esporre i propri errori (da qui il nome del blog) ed essendo questo un blog da insegnante ancora di più mi espongo alle critiche e alla caccia dell'errore di cui la nostra categoria è orgogliosamente capace.

D'altronde, proprio quell'osservazione meticolosa da parte di altri, l'errore messo ufficialmente alla gogna ed esposto al pubblico, portano entrambi a un'autocritica necessaria, a rivedere idee, metodi e contenuti, al cambiamento necessario per restare efficaci.

E allora?

Vincerà il desiderio di condivisione e la forza di attrazione verso le critiche o mi rinchiuderò nel mio piccolo spazio virtuale perso nell'universo?

Se trovate questa pagina sui social, saprete cosa ha vinto.

giovedì 21 maggio 2020

Centri di apprendimento per la lingua straniera

Un anno dopo il mio ultimo post credo di aver preso la decisione di trasformare il blog in un diario per la programmazione. Probabilmente in questo modo lo userò più di frequente.

Rileggere gli appunti sul progetto dei centri di apprendimento dello scorso luglio mi ha spinto a continuare: pare che in fondo io segua i miei stessi consigli! Allora funziona!

I centri di apprendimento sono stati attivati e hanno avuto successo con gli studenti: successo di pubblico, perché tutti hanno partecipato divertendosi, e accademico, perché tutte le abilità sono state messe in moto, da quelle ricettive a quelle produttive, consentendo ai ragazzi e alle ragazze di produrre e comprendere la lingua come messaggio comunicativo.

Quali attività?
Le attività di ricezione scritta possono essere semplici domande su articoli, lettere, cartoline, poesie, annunci pubblicitari, titoli, qualsiasi parola scritta che richieda una comprensione, spesso accompagnata da immagini, che ne rendano sia più semplice che più piacevole la lettura, soprattutto per gli studenti che non la amano.

Il centro di apprendimento della ricezione orale è stato forse quello con cui mi sono divertita maggiormente: ho creato un set di domande per ogni argomento dei vari livelli e le ho inviate a italiani e italiane che sulla base delle domande hanno creato un video e me lo hanno mandato su WhatsApp. In questo modo ho creato un database di informazioni autentiche che gli studenti possono acquisire e utilizzare non solo per la comprensione orale ma anche per le loro conoscenze culturali sull'Italia. Per ogni video ho utilizzato HP Reveal facendolo diventare Realtà Aumentata e collegandone le immagini a delle cartoline. Gli studenti scansionavano le immagini e guardavano i video. Quando HP Reveal ha smesso di funzionare, ho trasformato i link ai video in codici QR e li ho stampati per consentire una rapida scansione per arrivare ai video.
Qui trovate i video e le domande che ho reso disponibili sul mio sito: italoLab.

La produzione scritta viene sollecitata con stimoli scritti, email, annunci, lettere, cartoline,  immagini, e con idee che gli studenti devono sviluppare producendo un breve scritto.

Anche per la produzione orale ho offerto stimoli scritti, email, annunci, lettere, cartoline,  immagini, a cui gli studenti devono rispondere registrando un messaggio o una conversazione.

Alcune regole semplici da seguire per evitare il disastro

Organizzare il lavoro
i miei centri sono disposti su quattro lati dell'aula, di modo che studenti e studentesse possano muoversi liberamente per accedere ai materiali e possano trovare posto, all'interno dell'aula o in corridoio (soprattutto per le attività orali è necessario distanziarsi dagli altri); è fondamentale organizzare i materiali per livello per non offrire attività eccessivamente semplici o complesse.

Promuovere la collaborazione fra pari
studenti e studentesse lavorano sempre nei centri per coppie o gruppi di tre. Questo rende ogni attività più divertente e aiuta la comprensione e la produzione. Ogni studente deve però produrre individualmente, a meno che non si tratti di una conversazione.

Dare a ogni studente una tabella da compilare per ricordare le attività fatte e rendere più rapida la scelta dei materiali.

Chiedere costantemente il feedback
perché funzioni il lavoro con i centri di apprendimento è necessario che studenti e studentesse siano interessati alle attività e ne capiscano l'utilità. Se abbiamo preparato un lavoro che ci sembra stupendo, ma li annoia, cambiamo subito seguendo i loro consigli.


Devo ancora studiare meglio il calendario dei centri di apprendimento per farli diventare un'attività regolare e quindi una routine all'interno del lavoro scolastico, all'interno però di una settimana già molto organizzata. Probabilmente andranno a sostituire articoli e video del lunedì, che normalmente studenti e studentesse cercano, su un determinato argomento, e poi ne presentano i contenuti alla classe. In fondo ogni centro ha una sua parte di lettura e ascolto e credo che l'aspetto collaborativo dei centri e il fatto che gli studenti possano muoversi liberamente nello spazio scolastico sia meglio che stare seduti al banco e usare un computer per troppo tempo.


venerdì 10 gennaio 2020

Se io do una cosa a te, tu poi dai una cosa a me

Lo scorso anno mi è successa una cosa terribile: la mia memoria esterna è deceduta.
10 anni di attività, quiz, appunti, test, PERSI.
Ho provato di tutto, niente da fare.
Chiaramente il backup che mi riproponevo di fare ogni mese  non era mai stato fatto.
Ovviamente la memoria ha deciso di lasciare questo mondo nel bel mezzo del semestre.

Lì ho scoperto l'importanza di Google Drive.
Era ora.

Vabbé, avevo già deciso di cambiare quiz e test e renderli a scelta multipla, integrandoli con prove di ascolto e lettura su materiali autentici, utilizzando ZipGrade e rendendoli quindi più simili al test AP e alle prove delle certificazioni internazionali (https://www.zipgrade.com/).
Fortunatamente mi erano rimaste ancora alcune copie delle vecchie prove, et voilà, capitolo per capitolo, unità per unità, tema AP per tema AP, sono riuscita a ricostruire la banca data della valutazione.

E il resto?

L'universo rende sempre quello che nell'universo viene condiviso: ho fatto un breve giretto fra i gruppi di insegnanti (Facebook, TeachersPayTeachers...) e l'AP Community e ho ritrovato TUTTO!
Alcuni colleghi con cui avevo condiviso i materiali che non erano online mi hanno contattato loro stessi per ricondividerli con me.

La generosità ripaga sempre!