È passato poco più di un anno dal marzo 2020 in cui dalla sera alla mattina ci siamo ritrovati a vivere il panorama distopico che fino a poco prima nel nostro immaginario poteva solo essere parte della sceneggiatura di un film tendente all'horror.
Le nostre abitudini quotidiane sono cambiate radicalmente, a volte in meglio. Abbiamo riscoperto il valore dell'aria aperta, delle bici, delle passeggiate con la mascherina (ma ricordate quando portare una maschera che copriva il volto a Carnevale a scuola non era possibile e si veniva redarguiti dai prof?).
Vivendo a Houston, non ci è mai stato proibito di stare all'aria aperta e questo ci ha aiutato ad avere una vita sociale, anche se limitata a pochi e tutti mascherati.
Abbiamo trasformato il nostro vialetto in uno spazio dove cenare con amici, tutti a due metri di distanza, ma sentendoci almeno vicini col cuore.
La mia famiglia, con due genitori insegnanti, è stata privilegiata perché nessuno di noi ha perso il lavoro e quindi abbiamo vissuto la crisi economica solo attraverso i nostri studenti e le loro famiglie, che abbiamo cercato di aiutare il più possibile, condividendo informazioni sui luoghi di distribuzione, vaccini, test e organizzando donazioni.
Ora che in molti sono vaccinati sembra che in agosto torneremo tutti a scuola, secondo il nostro governatore senza le maschere...
Non so, io e la mia famiglia la maschera la terremo, così come io terrò in classe salviettine disinfettanti e maschere riutilizzabili da regalare agli studenti.
Volevo condividere con voi due documenti che raccontano questa pandemia dove vivo io.
Sperando che diventino presto documenti storici di un passato lontano...
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