domenica 20 marzo 2016

Gli esami non finiscono mai

Gli Stati Uniti sono una macchina da valutazione.
Il feedback viene chiesto per tutto.
Anche per il lavoro svolto da un commesso al negozio di scarpe.
Feedback = valutazione.

L'idea è che se il lavoro, una prestazione, una competenza, vengono valutati, il servizio migliora perché dagli errori evidenziati o anche dai complimenti ricevuti, si può trarre una lezione che ci consente di apportare le necessarie modifiche.
E se tutto va bene, se il feedback è positivo, anche in quel caso possono esserci delle modifiche: magari si diventa più creativi!

In Italia, già dai tempi in cui tentava Berlinguer di introdurre una qualche proposta di valutazione della professione insegnante, si gridava allo scandalo.

Certo, anche perché la professione insegnante (che applicava alla valutazione degli studenti la regola:
10 lo prende Dio, 9 lo prendo io, tu al massimo prendi 8) era alquanto terrorizzata all'idea che la stessa regola venisse applicata anche a lei.
Ma anche perché in Italia, anche oggi, si vive la valutazione basata sul binomio promosso o bocciato, una valutazione decisamente punitiva, che , ho scoperto con terrore recentemente, porta i genitori a commettere delle incredibili violenze, anche fisiche sugli insegnanti, sfortunatamente spesso senza reali conseguenze che li tutelino.

Qui la valutazione è continua (ci si aspetta un minimo di due voti settimanali per alunno e che questi voti corrispondano alle stesse prove di valutazione sostenute da tutti gli alunni) ma decisamente costruttiva.
Se i miei studenti non vanno "bene" in un quiz, in un test, hanno una settimana di tempo per sostenere nuovamente la stessa prova, o una equivalente (più o meno a seconda di cosa io ritengo più valido e/o opportuno). Prima di risostenere la prova hanno quindi la possibilità di venire ai tutorial, cioé di presentarsi all'ora di pranzo nella mia aula per chiedere e ricevere spiegazioni su un argomento non ben compreso. Quando devo essere disponibile io? Due volte la settimana, secondo quanto richiesto dalla scuola. In realtà sono pochi quelli di noi che non offrono il loro aiuto praticamente ogni giorno, anche dopo l'orario scolastico.
Sì, si valuta molto, ma si valuta a brevi intervalli, su brevi parti del programma e quindi guidando gli studenti verso il reale apprendimento. Nessuno dovrebbe arrivare al test senza averne appreso tutte le 
singole parti.

Passano tutti? Certo che no! Il materiale umano, che parli inglese, francese, russo, spagnolo o italiano, è sempre lo stesso: adolescenti. Esseri umani ancora non completamente completi che ci metteranno ancora almeno un cinque, sei anni se tutto va bene a capire che i prof scocciano tanto per motivi validi...
Ma per l'adolescenza ancora non è stato trovato un rimedio, quindi si va avanti!

I vantaggi della valutazione a go-go sono tanti negli USA.

Per esempio, se l'Esame di Stato in Italia può eventualmente servire a precedere qualcuno in una graduatoria, o magari a venir considerati semplicemente "tanto bravi", qui gli esami AP (Advanced Placement), equivalenti a degli esami nazionali, servono per accumulare crediti da utilizzare sia per venir scelti dalle migliori università, sia per un percorso universitario più breve (quindi anche meno caro, visti i costi degli studi negli USA), che per l'accesso ai livelli più avanzati delle varie materie.

Nella mia scuola in particolare si offre anche il Baccelleriato Internazionale, che diventa un po' un diploma nel diploma (europeo tra l'altro, nato in Svizzera) e realmente serve a formare studenti capaci di operare in vari ambienti mostrando competenze ma soprattutto la capacità di acquisirne sempre di nuove con grande facilità.

Esamifici? Sì, ma utili, formativi e atti a verificare in corso d'opera (non alla fine di un quadrimestre, di un anno scolastico o di tutto un liceo) se sono necessari interventi da parte di insegnanti e studenti.

Chiaramente la valutazione esiste anche per noi prof.
Questa valutazione, per la quale veniamo preparati accuratamente, si basa sul lavoro in classe, sui rapporti con i colleghi e con i genitori, sui risultati degli studenti, sulla collaborazione collegiale e sulla professionalità in generale. È una valutazione olistica, ma basata su prove concrete (record di contatti con i genitori, programmazione disponibile e pubblica, ecc) e varie visite in classe del valutatore, che dopo aver osservato il lavoro svolto, ne valuta in maniera costruttiva ogni singolo aspetto secondo delle rubriche dettagliate.
Sempre tutto rose e fiori?
Sfortunatamente no.
Può sempre capitare di incappare nel precisino di turno che ama mettere in rilievo le pecche di ognuno di noi, che sicuramente, se davvero lavoriamo tanto, le pecche le accumuliamo, anche quando cerchiamo di essere perfetti...
Io però, devo ammettere che finora mi è andata bene e a parità di impegno rispetto a quando lavoravo in Italia, qui ho visto molti miei sforzi più riconosciuti.

Ecco alcuni link per chi volesse saperne di più:
AP Italian
Baccelleriato (o Baccalaureato) Internazionale


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